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I 3 pilastri dell’Analisi Tecnica.

Candele giapponesi e Charles Dow, l'ideatore dell'analisi tecnica.

Indice Prima di avviare lo studio delle metodologie e degli strumenti impiegati nell’analisi tecnica dei mercati finanziari è necessario definire e discutere le premesse di pensiero su cui tale analisi è basata. Questo per distinguerla dall’altre tipologie di analisi e capire cosa si possa ottenere con il suo utilizzo e come poterlo inserire nella nostra routine di analisi. Andiamo quindi a definire i fondamenti logici e filosofici su cui si basano le sue potenzialità. Userò un vocaboli tecnici per abituarti alla corretta terminologia, ma non preoccuparti, perché subito sotto ti metterò la spiegazione dei concetti a parole umane. L’analisi tecnica e i suoi obbiettivi. L’analisi tecnica è un tipo di analisi che consiste nello studio dell’andamento passato dei prezzi dei vari asset finanziari al fine di prevedere quelli che saranno i movimenti futuri. Più in particolare: l’analisi tecnica è lo studio della market action tramite l’uso sistematico dei grafici, allo scopo di prevedere le tendenze future dei prezzi. John J. Murphy Con il termine market action includiamo le tre principali fonti di informazioni disponibili di un analista tecnico: prezzo, volume e open interest. Questi tre concetti li approfondiremo nelle sezioni successive, ma intanto ti do una rapida spiegazione per capire di che cosa stiamo parlando. Volume = ammontare totale degli scambi fatti nel mercato scelto, nel periodo di tempo stabilito.Open interest = numero di contratti derivati non ancora chiusi al momento stabilito. In altre parole è la somma di tutte le posizioni long e short ancora aperte. L’analisi tecnica è perciò un approccio analitico, basato su principi statistici e su altri assunti che permettono nel loro insieme di individuare i migliori market timing. Ovvero per capire quali sono i momenti migliori per entrare o uscire dal mercato. I pilastri cardine dell’analisi tecnica. L’analisi tecnica si basa su tre principi fondamentali: #1: Il mercato sconta tutto. Principio #1: Il mercato sconta tutto. Secondo un’analista tecnico, infatti, all’interno del prezzo di un asset siano già incorporati anche tutti i fattori non meramente finanziari. Questi fattori di cui parlo sono quelli di tipo fondamentale e possono essere: particolari circostanze geopolitiche, voci più o meno veritiere su acquisti e cessioni di società e persino eventi politici come le elezioni. L’analisi fondamentale, che appunto, è basata sullo studio delle forze economiche che creano domanda e offerta, studiano di fatto la causa dei movimenti nei mercati finanziari. Tuttavia un analista tecnico, non si interroga sulla natura e sulle motivazioni di questi eventi fondamentali, poiché presume che le variabili siano talmente tante e che di fatto nessuno sappia esattamente definire le implicazioni che possono conseguire. Ecco perché l’analisi tecnico si concentra sullo studio dei movimenti dei prezzi, non sulle cause, ma sugli effetti. In virtù di questo ragionamento un’analista tecnico andrà a fare un’analisi unicamente del prezzo, perché darà per scontato che se i prezzi stanno salendo per una qualsiasi ragione, la domanda è superiore all’offerta e quindi di conseguenza i fondamentali saranno sicuramente rialzisti e viceversa. Un mio piccolo appunto: per riuscire ad individuare le motivazioni fondamentali di determinati momenti di mercato serve un background di conoscenze di tipo micro e macroeconomico, ma anche di conoscenza generale, attualità geopolitica e culturale, che rende a volte, molto difficile l’indagine delle cause reali. Molto spesso, anche i migliori, riescono a trarre conclusioni solo per contrasto, ovvero quando le motivazioni sono evidenti, ed è anche quando è troppo tardi per il mercato (che si dice sconti tutto anche mesi prima). Sebbene possa sembrare un approccio molto semplicistico, ti consiglio di dargli un’opportunità. Sicuramente un’analisi di tipo tecnico non è assolutamente sufficiente se si vuole comprendere l’andamento dell’economia e far considerazioni di tipo macroeconomico, ma è irreprensibile dal punto di vista statistico nel momento in cui abbiamo intenzione di strutturare una strategia per operare a mercato, sia a lungo che a breve termine. #2: La storia si ripete. Principio #2: La storia si ripete. Questo principio è la base di tutta l’analisi tecnica. Infatti, poiché l’andamento dei prezzi riflette la psicologia di chi investe, è probabile che quanto accaduto sui mercati tenderà ad accadere nuovamente anche in futuro. In altre parole: i prezzi sono il risultato della somma della psicologia umana, che indirizza la fiducia nel mercato e quindi ne determina la domanda e l’offerta. Solitamente non avvengono cambiamenti radicali e repentini nella psicologia, ma solo di tipo minimo e nel lunghissimo periodo, se non a fronte di shock singolari, come ad esempio crisi finanziarie, sono cambiamenti nel breve periodo trascurabili. Ecco perché è statisticamente molto probabile che pattern di prezzo individuati nel passato si ripetano nel futuro. Inoltre, piccola osservazione mia, si dice spesso che l’analisi tecnica è una profezia che si auto avvera. Poiché i grafici sono fruibili a tutti, tutti possono fare analisi tecnica e trovare. Poiché gli strumenti grafici, anche se l’utilizzo e le intuizioni possono essere molto differenti, è comunque molto probabile che più persone facciano le stesse ipotesi, poiché i concetti rimangono sempre gli stessi. Quindi un’analisi prende più valore in proporzione al numero degli operatori che la ipotizzano e aprono operazioni simili. In altre parole una figura, una zona tecnica, acquista maggiore validità nel momento in cui più persone, fanno la stessa tipologia di analisi e quindi psicologicamente attribuiscono valore alla zona individuata. Ovviamente questo discorso è valido nel momento in cui andiamo a parlare di breve periodo, perché sicuramente l’economia, i fattori fondamentali di un economia, sono indirizzate piuttosto dalla politica economica scelta da uno stato, dalle banche, da chi detiene tanta liquidità e non dai retail come me o te. #3: I prezzi si muovono in trend. Principio #3: I prezzi si muovono in trend. Questo principio lo approfondiremo con il supporto dei grafici nelle prossime sezioni. Generalmente si intende con trend un movimento al rialzo o al ribasso, duraturo e continuativo per un certo lasso di tempo. Un esempio: Intanto però inizio a introdurre due concetti: Lo scopo di un analista tecnico è quello di riuscire a identificare un trend sin dall’inizio, per poter operare di conseguenza. Un’osservazione statistica di tipo empirica:

La Prova del Lavoro: Costanza.

Indice Parliamo (anche noi) di Elon Musk. Come se in questi giorni non se ne sentisse abbastanza parlare. È forse uno degli uomini più chiacchierati di questi ultimi anni: fondamentalmente una rockstar. Anche se spero di non vederlo mai vestito come Damiano dei Maneskin. Visto le ultime decisioni che l’imprenditore sudafricano sta prendendo, ci sarebbe davvero tanto di cui parlare. Ma tralasciando il discorso Twitter, di cui sarà interessante vedere gli esiti, è sempre stato un personaggio originale, con una storia singolare, che ha delle idee geniali, ma che ultimamente dice e fa cose discutibili. In particolare, sin dall’inizio della bullrun crypto, Musk si è sempre proposto un po’ come padrino, come portabandiera, della blockchain. Prometto che in questo articolo non troverai un discorso da investitore boomer sulle cripto. Piuttosto una mia riflessione sulla tendenza, molto umana, alla ricerca della via più breve, più semplice, della scorciatoia a discapito del saper riconoscere e perseguire il valore reale. Tornando ad Elon Musk ricordo con molta simpatia, all’inizio di quest’anno, la campagna che permetteva il pagamento in dogecoin di alcuni prodotti tesla. (Sono andata a controllare, sono ancora accettati.) Doge è una memecoin, ovvero un token digitale nato per scherzo, inizialmente senza un progetto di alcun tipo. Nonostante questo, nell’arco di 5 mesi dall’inizio della bullrun crypto, DOGE ha fatto la bellezza del 42090%. Numeri folli: dal valore millesimi di centesimo fino a sfiorare gli 0.80$. Quotazione che poi, come puoi vedere dal grafico, è stata riassorbito velocemente. Movimenti come questi, sono stati caratterizzanti anche di altre criptovalute, magari di minor portata, ma sempre realizzando dei numeri che a noi potrebbero sembrare da capogiro. È anche grazie tali a meccanismi che in questi due anni si sentiva quasi periodicamente parlare del giovanissimo milionario che aveva fatto fortuna con le crypto o magari ti ritrovavi a cene e feste dove il conoscente che seguendo il tal guru, senza alcuna preparazione e senza mai aver investito in altro, aveva fatto un 10x sul capitale. Dopo tanti anni che risparmi e investi diligentemente, per quanto irrazionale, ti rode un po’ vederti superare, almeno sulla carta, dall’ultimo arrivato. Pensi di non essere stato abbastanza bravo, abbastanza sul pezzo. Magari sotto sotto persino ti penti di esser rimasto sui tuoi passi e non aver seguito il trend del momento. Quando vediamo persone che fanno un sacco di soldi che di solito non fanno un sacco di soldi, anche se razionalmente sappiamo che c’è qualcosa che non va, siamo tentati. Inconsciamente forse vorremmo che funzionasse, che esistesse una via più facile, semplice, veloce per raggiungere i nostri obbiettivi. Entropia della ricchezza. Esiste una legge fisica naturale per la quale ogni cosa nell’universo tende alla massima entropia. L’entropia è il grado di equilibrio di un sistema o in altre parole meno cervellotiche: tutto tende all’equilibrio. Quindi fortunatamente, o meglio sfortunatamente per tanti, l’equilibrio si ristabilisce sempre anche nei mercati finanziari. Quando ci sono delle anomalie, il sistema torna poi verso il suo equilibrio di lungo periodo. Quando scoppiano le bolle, si dice che “il mercato sale con le scale e scende con l’ascensore”. La situazione delle cripto al momento la conosciamo tutti e possiamo riassumerla citando scherzosamente un film: “Profondo rosso”. Ma non è su questo che voglio infierire. Anche perché avendo investito in prima persona, mi tirerei la zappa sui piedi. Piuttosto il mondo cripto sembrava il mondo dalle nuove mille opportunità. Da molti visti come la promessa di far soldi con poca fatica, seguire poche dritte e ottenere profitti pazzeschi. Ha dato il via ad una spasmodica ricerca, più o meno conscia, della strada più facile, della scorciatoia, imbellettandola con seducenti promesse di tecnologie all’avanguardia. Tuttavia, come abbiamo visto, le crypto non sono state il cavallo fortunato, se non per pochi. Quindi ti voglio dare delle altre via per diventare ricco senza lavorare. Le metodologie che mi vengono in mente sono essenzialmente 3: Vincere alla lotteria o simili Diventare eredi di una fortuna, meglio se senza fratelli con cui dividere Sposarsi con un partner molto ricco   A discapito del mio tono, che ti potrà sembrare ironico e irriverente, questi tre sopracitati sono davvero gli unici modi reali per diventare ricchi senza lavorare con impegno. Se ci pensi non sono nemmeno così infattibili.   Tuttavia, oltre ad avere molte criticità, c’è un problema di fondo che li accomuna: nessuno di questi modi sono dipendenti interamente dalla tua singola volontà, ma sono estremamente legati a delle variabili randomiche. Vuoi davvero affidare la tua situazione finanziaria alla fortuna? Se desideri diventare ricco e con quella ricchezza realizzare i tuoi obiettivi, allora è importante che tu prenda in mano il controllo della tua vita finanziaria. Tornando al discorso cripto, andare alla ricerca dei cosiddetti pump, ovvero le esplosioni verticali di prezzo tipici delle coin a bassa capitalizzazione è esattamente come vincere alla lotteria, ma più adrenalinico, come in un videogame.   È ciò che farebbe un opportunity seeker, in gergo coloro che sono sempre alla ricerca dell’ultima tendenza per poterla sfruttare. Non che ci sia nulla di male in tutto ciò, ma saper prendere dei rischi di tipo più speculativo è una professione vera e propria ed è sicuramente una figura ben lontana da quella di un investitore. C’è poi un secondo problema, più nascosto: una volta acquisita (e non accumulata) la ricchezza sei sicuro di riuscire a mantenerla? In tutti e tre i casi passeresti dalla tua situazione attuale a essere “x” volte più ricco tutto d’un colpo e non grazie ad un processo di accumulo avvenuto nel tempo. Una ricerca sul Mental accounting del premio Nobel per l’economia Richard Thaler dimostra che la propensione al rischio cambia completamente in funzione della fonte da cui proviene il denaro. Ovvero la nostra mente distingue tra i soldi guadagnati col “sudore della fronte” e i guadagni piovuti dal cielo. I primi sono da spendere in modo oculato. I guadagni facili, invece, possono essere usati per investimenti folli, acquisti pazzi e spese illogiche. Questo è uno dei motivi per cui, come confermato dallo studio