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Analisi sulla criminalità in Italia: un’indagine neutrale sui dati statistici

Indice “Una volta si dormiva con le finestre aperte”, “Questo paese è una giungla”, “Non si può più uscire la sera”; credo che chiunque abbia mai parlato con una persona over 50 ha sentito queste frasi almeno una volta. Personalmente, anche grazie ad una distribuzione delle età alquanto strana all’interno della mia famiglia, mi trovo spesso a sentire affermazione del genere, quindi mi sono chiesto se davvero questo sia il periodo più pericoloso della storia recente (indicativamente dagli anni ‘90, tralasciando per ovvie ragioni periodi come gli anni di piombo o le stragi di mafia) Ho cercato di fare una analisi il più neutrale possibile, basandomi su informazioni provenienti da fonti autorevoli, impegnandomi ad essere il più neutrale possibile nel limite delle mie capacità. Nel caso ci fossero dubbio o contestazioni nell’utilizzo o nell’interpretazione dei dati, vi prego di scriverci in modo da poter discutere e eventualmente correggere questo articolo. Prima di iniziare vi vorrei però mostrare come ho costruito l’articolo e le modalità di classificazione. Siccome stiamo parlando di sicurezza pubblica mi sono concentrato sui reati che sono maggiormente visibili: incomincio parlando di omicidi, crimini che difficilmente passano inosservati, per poi muovermi verso quelli che per loro natura possono essere un po’ più nascosti: rapine, furti di vario genere, estorsioni e altro violenze. Siccome si sta parlando di azioni violente che hanno un certo impatto sull’immediata opinione delle persone, tralascio tutti quei crimini definiti da “colletti bianchi” o che comunque, pur provocando dei danni a livello sociale, non sono immediatamente percepiti come causa di minore sicurezza. In questa categoria rientrano evasione fiscale, corruzione, ma anche traffico di stupefacenti o sfruttamento della prostituzione; tutti reati che sono si dannosi e spesso fonte di altri illeciti, però non immediatamente osservabili e non immediatamente associabili ad una minore sicurezza. Omicidi Decrescita generale del tasso di omicidi. La prima cosa che si nota subito cercando dati riguardo alla criminalità è la decrescita del numero di omicidi volontari; questo dato pur apparendo banale ci dà immediata e non troppo influenzabile indicazione sulla sicurezza in Italia. Credo che il numero di omicidi sia un dato più veritiero rispetto agli altri, perché a differenza degli altri crimini è meno suscettibile alla decisione della vittima di denunciare o meno: una volte che si trova il cadavere non si può non denunciarlo come omicidio, mentre negli altri casi, se non c’è la segnalazione da parte di qualcuno, non lo si calcola come reato. Vittime di omicidio per 100.000 abitanti nei paesi del G7 dal 2000 al 2020, per paese. Anche confrontando il rapporto con l’estero il tasso di omicidi rimane uno tra i più bassi tra i paesi sviluppati, anche al di sotto di paesi che hanno uno standard di vita e una qualità della vita migliore. Statistics Denmark. (February 23, 2023). Number of reported homicides in Denmark from 2012 to 2022 [Graph]. In Statista. Retrieved September 10, 2023, from https://www.statista.com/statistics/576114/number-of-homicides-in-denmark/ . In questo grafico ho confrontato il tasso di omicidi ogni 100.000 abitanti di Italia e Danimarca, un paese che da tempo viene considerato uno dei più felici al mondo e con un’ottima qualità della vita. Il tasso di omicidi rimane comunque significativamente più basso in Italia. Crime Index by Country 2019 – https://www.numbeo.com/crime/rankings_by_country.jsp?title=2019 Questo è un grafico a dispersione che mette in relazione i dati relativi al tasso di criminalità e al tasso di omicidi nel 2019. Il tasso di criminalità misura il numero di reati denunciati pro capite, quindi per forza di cose i due dati non sono indipendenti, siccome il numero di omicidi va ad influenzare il dato del tasso di criminalità. Il confronto tra diversi paesi potrebbe essere problematico, in quanto ci sono delle differenze nella propensione a riferire un illecito e se si considera un certo comportamento come reato o meno. Il grafico è comunque parecchio interessante, perché mostra come l’Italia abbia un tasso di omicidi basso, ma un tasso di criminalità relativamente alto, soprattutto se si considera che, forse, la propensione a denunciare i soprusi è minore che in altri stati simili. Bisogna poi considerare che non viene fatta una distinzione della gravità dell’illecito penale, che comunque ha una capacità diversa di influenzare la percezione dei cittadini. Le Statistiche di criminalità e i loro problemi. Prima di continuare è giusto soffermarci qualche secondo per parlare, in maniera magari semplicistica e banale, del funzionamento delle statistiche di criminalità . I dati riguardanti la criminalità si sono iniziati a raccogliere da metà circa dell’800, quando, durante la rivoluzione industriale, le nazioni occidentali hanno avuto i mezzi per raccoglierli e si sono convinti dell’importanza delle statistiche nel guidare le politiche locali e statali. Da allora si sono prodotti svariati indicatori in ambito umano-sociale: misurazioni economiche, indici di sviluppo umano, istruzione e criminalità. Quando si parla di scienze sociali l’attendibilità dei dati è un bel problema, a differenza delle scienze dure i fenomeni appaiono in un ambiente non controllato e multiforme come la società, dove svariati fattori si influenzano a vicenda, condito dal fatto che si stanno studiando gli esseri umani, esseri che possono adottare i più svariati comportamenti. Nel caso delle misurazioni dei reati la situazione diventa ancora più complicata; si sta parlando di contesti dove le punizioni sono spesso pesanti, coperti da stigma sociale, dove ci sono incentivi a mentire e l’interpretazione dei fatti varia da persona a persona. I dati amministrativi. In Italia i dati vengono registrati attraverso l’SDI (sistema di indagine), un database che aggrega le denunce provenienti da tutte le forze di polizia. Le statistiche riportate dall’Sdi, o da qualunque altro sistema come l’UCR (Uniform Crime Report) negli Stati Uniti, hanno delle fallacie intrinseche nel rappresentare il reale numero di crimini commessi in un determinato territorio per due ragioni principali: la presenza di reati che non vengono riconosciuti e la mancata denuncia da parte della vittima. Per quanto riguarda il primo si sta guardando ad una situazione in cui molto probabilmente non vi sono delle vere e proprie vittime e non vengono scoperti. C’è anche da considerare che molti dei